Messaggio di Madre Chiara Cazzuola – Festa dell’Immacolata 2021
Festa dell’Immacolata: il “giorno bello”
Buona festa dell’Immacolata!
Questo è il “giorno bello”! Così Madre Mazzarello definisce i giorni della novena e la festa dell’IMMACOLATA! (L 16 alle suore di Borgo San Martino). Davvero tutto diventa bello con Lei. Il popolo cristiano vive questa festa come il trionfo della bellezza della grazia e celebra Maria con le espressioni più belle e intense della natura, del creato. A Valdocco, a Mornese, nelle nostre case, da 150 anni si canta a Maria con particolare affetto. Il cerchio mariano che si celebra in ogni comunità, ci unisce nell’invocazione a Lei nelle lingue di tutto il mondo. C’è da chiedersi in quale altro giorno, se non l’8 dicembre, poteva realizzarsi la chiamata ad un “povero prete” e ad un ragazzo di incarnare il carisma salesiano, perché i giovani, avidi di futuro, di bellezza, di gioia non fossero delusi? In germe lì c’eravamo anche noi.
Sappiamo che all’origine del nostro Istituto, Maria ha dovuto forzare una certa, diremmo oggi, resilienza di Don Bosco. Tutte ricordiamo i vari passi di Maria che a Mornese stava preparando in proprio quella Figlia dell’Immacolata giovane, intraprendente e intrepida di nome Maria Mazzarello e a Torino guidava, come Madre e Maestra, l’azione di Don Bosco a lei affidato dal personaggio misterioso apparso nel sogno dei 9 anni. Ci piace farne memoria, oggi, per rivivere le origini del nostro Istituto. Fare memoria della tenacia di Maria.
Il 6 luglio del 1862 Don Bosco raccontò un sogno in cui con la Marchesa di Barolo passeggiava in una piazzetta guardando i ragazzi dell’oratorio che giocavano di fronte a loro. La Marchesa chiese a don Bosco di occuparsi solo dei ragazzi ma Don Bosco obiettò che egli doveva fare in modo che il sangue di Gesù fosse sparso anche per il bene delle ragazze.
Don Francesia ricordava di aver udito dallo stesso Don Bosco che due volte aveva sognato di trovarsi in Piazza Vittorio a Torino e di aver visto un gran numero di ragazze che giocavano e parevano abbandonate a se stesse e che appena videro Don Bosco, corsero attorno a lui e lo supplicavano di prendersi cura di loro.
Don Bosco, cercava di allontanarsi dicendo che non poteva, che altri sarebbero venuti in loro aiuto ma esse insistevano. C’era specialmente un gruppo di giovani più adulte che parevano estranee a quei divertimenti. Esse gli dicevano: Come vede, noi siamo abbandonate!
Allora vide comparire una nobile Signora che, tutta risplendente in viso, con bella parola lo incoraggiava ad appagare il loro desiderio. E mentre pareva che scomparisse di mezzo a loro, gli diceva: Abbine cura, sono mie figlie!».
Quando a Mornese Don Bosco incontra le Figlie dell’Immacolata con un preciso programma di vita, non deve inventare niente perché Maria l’ha preceduto, ha preparato la strada. È amata, conosciuta, implorata ed imitata soprattutto nella contemplazione del Figlio che per Main e le sue amiche si trasforma in carità operosa: “insegneremo a cucire alle ragazze col fine principale di farle buone e di far loro conoscere il Signore”.
Sono ragazze luminose, di cielo e forti di speranza, ragazze che trasformano in vie nuove i sentieri di Mornese, che vogliono e sanno operare per il bene delle ragazze. Maria, la Donna vestita di sole, vittoriosa sul serpente antico è di fatto per loro modello di dedizione a Dio e di azione per il prossimo, è la Madre, l’Aiuto, che intercede per la Chiesa e per i cristiani, opera con il Figlio.
Con il Capitolo generale XXIV siamo entrate nel vivo della celebrazione del 150° in cui facciamo memoria della fedeltà di Dio e della presenza di Maria Ausiliatrice che hanno suscitato il nostro Istituto e non cessano ancora oggi di accompagnarne lo sviluppo. Il nostro desiderio è vivere questo grande evento come un’opportunità di rinnovamento e di rivitalizzazione vocazionale e missionaria. Perciò la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria si pone come stella luminosa, che guida e rassicura nell’orizzonte del 150° anniversario della Fondazione dell’Istituto e nel cammino post-capitolare.
Stiamo vivendo un tempo fortemente mariano e di grazia per ciascuna FMA e per le Comunità educanti, in cui siamo chiamati a ravvivare l’identità mariana che Don Bosco aveva definito già fin dall’inizio nella scelta del nome:
«Abbiate come gloria il vostro bel titolo di Figlie di Maria Ausiliatrice, e pensate spesso che il vostro Istituto dovrà essere il monumento vivo della gratitudine di Don Bosco alla Gran Madre di Dio, invocata sotto il titolo di Aiuto dei cristiani» (Cron I, p.306)
Nel nome della Madre troviamo l’identità delle figlie, perché prima di tutto siamo Figlie!
Il testo delle nozze di Cana, che ha illuminato tutto il percorso capitolare e continua ad illuminare anche quello post capitolare, ci mostra Maria donna attenta, pienamente incarnata nel presente, sollecita; donna premurosa, che si preoccupa della felicità degli sposi e si affida completamente al Figlio. Il suo profilo incarna i lineamenti del Sistema Preventivo di Don Bosco e resta per ogni educatrice ed educatore, religioso o laico, un riferimento fondamentale.
Come Maria, siamo chiamate ad essere in ascolto attento della realtà, a cogliere le situazioni di bisogno, ad accorgerci quando manca il ‘vino’ cioè la gioia dell’amore, e a portare Cristo nel servizio, nella vicinanza, con compassione e tenerezza.
Ci lasciamo guidare dalla Madre di Gesù, segno di gioia, speranza, audacia, che ci incoraggia costantemente a fare quello che Lui ci dirà e ci rende comunità generative illuminate dalla sua presenza.
Il logo del 150° riprende la frase di Don Bosco alle FMA di Nizza: Maria cammina in questa casa. Cammina in tutte le case dell’Istituto, ci aiuterà (come ci ha ricordato Papa Francesco) a non dimenticare la grazia delle origini, l’umiltà e la piccolezza degli inizi che hanno reso trasparente l’azione di Dio nella vita e nel messaggio di tante nostre sorelle.
Per rivivere personalmente e comunitariamente la grazia che ha intessuto la storia del nostro Istituto in questi 150 anni è stata realizzata la visita online alla Mostra mariana, che potrete visitare a cominciare da oggi, in cui troverete le espressioni culturali e tradizionali della devozione mariana dei vari Paesi. Sarà online anche la visita alla Mostra del Carisma, che offre un itinerario di spiritualità salesiana molto bello, in cui si può rileggere il passato per vivere intensamente il presente e guardare con coraggio al futuro.
Troverete le indicazioni sulla pagina web dell’Istituto.
Maria cammina in ogni nostra Casa. Una certezza che ci dà coraggio sempre, soprattutto nelle difficoltà che possono porre le sfide nella missione, i vari contesti relazionali e sociali, le infermità. Maria cammina in ogni nostra Casa. Una certezza che ci dà gioia, ci rende accoglienti e amabili, audaci.
Il nostro è un Istituto che è tutto di Maria perciò coraggio e fiducia. Buona festa
Roma, 8 dicembre 2021
Suor Chiara Cazzuola
Superiora Generale dell’Istituto FMA